Ufficio stampa Santa Maria di Terni: meno di mille euro al mese, Asu contro i compensi inadeguati ai giornalisti

Non condivisibile nemmeno la richiesta di almeno 10 anni di esperienza, ma il problema non riguarda solo il caso in esame. Le retribuzioni siano adeguate alle professionalità e agli stipendi medi previsti dai contratti di settore.

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L’associazione Stampa Umbra esprime perplessità e preoccupazione in merito alla recente procedura di gara con cui l’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni ha affidato il servizio di informazione, comunicazione ai media e gestione dei rapporti con la stampa. 

Non ci convincono i requisiti richiesti relativi ad un giornalista iscritto all’albo professionisti da almeno 10 anni, indicazione temporale di cui non vi era alcun bisogno per garantire qualità professionale. 

L’impresa che è risultata vincitrice, nei giorni successivi l’assegnazione ha poi pubblicato un annuncio dove richiedeva tale figura e, dopo trascorso circa un mese senza trovarla (e come poteva con quei requisiti?), ha assunto, evidentemente con il benestare dell’azienda ospedaliera, al suo posto un giornalista pubblicista, già esperto del settore, ma senza il riferimento decennale.

Ferma restando la qualità del giornalista incaricato, che non è certo in discussione, e ribadito che per il sindacato un giornalista è tale sia che figuri nell’elenco professionisti dell’Ordine che in quello dei pubblicisti, Assostampa Umbria chiede chiarezza sulle ragioni che hanno indotto a stabilire quel requisito decennale, sottolineando, ma sarebbe superfluo, che il grado di professionalità è dato già dal fatto stesso di essere giornalista, tenendo anche conto, in aggiunta, delle leggi in materia, prima fra tutte la 150/2000. 

Ma ciò che più sorprende è il livello retributivo della prestazione. Per il soggetto aggiudicatario della gara era infatti prevista una somma annuale di poco oltre 16mila euro che con il ribasso attuato è scesa notevolmente. Tenendo conto dei dovuti margini della società incaricata, al giornalista resta uno stipendio davvero troppo basso anche solo per essere definito tale. Siamo ben al di sotto dei 1.000 euro lordi al mese!

Un giornalista che si occupa della comunicazione di un’azienda ospedaliera si trova a gestire spesso delle situazioni complesse che riguardano la privacy e la tutela dei pazienti e dei medici che vi lavorano e quindi è richiesto un livello professionale molto elevato. Non è accettabile, come invece ci risulta, che si svilisca questo ruolo remunerandolo con stipendi così bassi. Non è dignitoso per il giornalista stesso, non è garanzia per il committente.

Utilizzare come criterio di aggiudicazione solo quello del prezzo più basso è una decisione che non va a favore di nessuno e anzi rischia di umiliare i colleghi. Un giornalista è un professionista dell’informazione ed ha diritto ad uno stipendio congruo e dignitoso. Assostampa chiede pertanto con forza che si rivedano le retribuzioni stabilite e, più in generale, chiede che nell’assegnare incarichi professionali, i committenti prevedano retribuzioni congrue sia in relazione alle qualifiche professionali che agli stipendi medi previsti dai contratti nazionali di settor