Digital Services Act, le Big Tech dovranno comunicare il numero di utenti
DI uspi.- Le piattaforme online e i motori di ricerca dovranno comunicare ogni sei mesi il numero di utenti attivi. Lo stabilisce il Digital Service Act (DSA), in vigore dal 16 novembre scorso.
Il DSA si applica a tutti i servizi digitali che mettono i consumatori in collegamento con beni, servizi e contenuti.
Distinzione tra grandi e piccole aziende
Il numero di utenti è utile a stabilire se le piattaforme e i motori di ricerca siano:
- piattaforme molto grandi (Vlop);
- motori di ricerca molto grandi (Vlose).
La misurazione è utile per capire se raggiungono un bacino di utenza di almeno 45 milioni di utenti (oltre il 10%della popolazione dell’Ue). In questo caso, afferma la Commissione, “saranno soggetti a obblighi aggiuntivi”.
Le piattaforme minori avranno invece meno obblighi. Inoltre, potranno godere di esenzioni speciali da determinate norme.
Il contenuto
Le nuove norme tutelano i diritti fondamentali nell’ambiente online.
A tutela della libertà di espressione, gli utenti disporranno di vari strumenti per contestare le decisioni arbitrarie di moderazione. Inoltre, i termini d’uso dovranno essere esposti in modo chiaro dalle piattaforme.
Le piattaforme e i motori di ricerca di grandi dimensioni saranno obbligati all’invio di un report dettagliato. Il compito consiste nell’effettuare una valutazione globale dei rischi per i diritti fondamentali.
La supervisione
Ciascun Stato membro dovrà designare un coordinatore dei servizi digitali entro il 17 febbraio 2024, data di inizio di applicazione della legge.
Attraverso un Comitato europeo per i servizi digitali, i coordinatori nazionali collaboreranno con la Commissione Ue nelle attività di supervisione.
Inoltre, la Commissione ha previsto il Centro europeo per la trasparenza algoritmica (ECAT). Il suo compito sarà valutare se il funzionamento degli algoritmi sia in linea con il DSA.
Articolo di D.M.